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Geleè di fragole, pesche e moscato con crema al cioccolato fondente e amaretti
Creare un ricetta con il moscato: questa era l’obiettivo del contest “il re dolce”, che mira a valorizzare l’uso di questo vino dolce in cucina, con poca originalità ho deciso di fare un dessert, o meglio pre-dessert, leggero e stagionale, prendendo tutti i frutti direttamente dall’orto di casa, frutti poco belli da vedere ma buoni e dolcissimi. Per questa ricetta infatti non ho aggiunto zucchero, ma ho sfruttato la naturale dolcezza delle pesche e delle fragole ed ovviamente il fruttato e inconfondibile sapore del moscato d’asti.
Nella tradizione piemontese pesche, amaretti e cacao sono insieme al Bonet il dolce più classico, ed io ho pensato di rivisitarlo in chiave “gelatinosa” aggiungendo la fragola che io amo mangiare insieme al moscato.
E’ un dolce leggero, quasi senza peccato, perfetto per accompagnarci durante tutta la calura estiva come intramezzo fresco e alternativo al solito gelato.
Io l’ho servito insieme all’uva di San Giovanni (ribes) raccolta proprio il 24 giugno, per onorare la giornata, aspra al punto giusto per completare questa geleè.
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Conchiglioni all’emulsione di mozzarella di bufala campana e basilico con vellutata di zucchine e cipolla rossa.
#lasvizzeranelpiatto: la tajedda
Se sapete che origini ha la ricetta della tajedda avrete sicuramente strabuzzato gli occhi a leggere questo titolo, ma tutto c’è un perchè…perchè associare la Svizzera ad un piatto della tradizione salentina? non solo c’è una ragione ma ben due!! La prima è una sfida, quella lanciata da Tery e dal consorzio dei formaggi della Svizzera, che ha chiesto di ricreare con uno dei loro formaggi una ricetta della cucina italiana, io ho usato lo Sbrinz DOP (di cui mi sono perdutamente innamorata). Adesso vediamo al motivo numero due: perchè ho scelto proprio un piatto salentino? Qualcuno l’avrà letto che sono un mix di regioni in una persona sola, lombarda, milanese e per metà anche salentina: più di cinquanta anni fa, mia nonna partì con mio nonno e il figlio più grande alla ricerca del lavoro, arrivando ad Aarau, nella parte tedesca per fare la stiratrice, mia nonna ha amato profondamente la svizzera ed ancora oggi la ricorda con grande affetto.
Quindi questo piatto è per lei, che da buona salentina non dimentica mai la sua cucina d’origine, me la sono immaginata oggi rifare la ricetta, con gli ingredienti reperibili, sicuramente userebbe lo sbrinz e la farebbe così!!
La tajedda originale prevede anche il pomodoro, ma mia nonna l’ha sempre fatta così, quindi l’ho omesso come fa lei!!