Alba è la città del tartufo per antonomasia.
Per questo motivo, come ogni anno, anche lo scorso dicembre, ha avuto luogo la mia cena a base del prezioso tubero. I segreti per la perfetta riuscita, oltre alla materia prima, sono le persone giuste, cibi consoni e ultimo, ma non ultimo (almeno per me) un Grande Barolo.
A dire il vero, seppure il vino in questione sia l’eccellenza del territorio dove vivo, non sono un grande bevitore di Barolo, in quanto, secondo me, troppi produttori abusano del “legno”, credendo che basti questo a fare un Barolo un Barolo con la B maiuscola.
Ma non voglio andare fuori tema…. Infatti, tornando alla serata in questione, ho deciso di approfittare subito di una bottiglia regalatami per Natale da Gianluca Viberti, che oltre ad essere un grande enologo è anche ormai un amico.
Gianlu, langarolo DOCG, ma al tempo stesso “uomo di mondo” è la massima espressione del termine winemaker. Oltre alle sue conoscenze a 360° dalla vigna alla vasca, è anche un marketing man, e dall’unione di tutte le sue conoscenze, l’anno scorso è nata “Casina Bric 460“: allocata a 460 m sul livello del mare, è da considerarsi la cantina produttrice di Barolo situata alla maggior altitudine.
Rodato da anni di esperienza maturata nell’azienda di famiglia, Gianluca ha da qualche anno intrapreso un percorso in solitaria, che da’ frutto ad un’eccellente interpretazione del Barolo.
Il suo vino racchiude equilibrio e morbidezza, con quel pizzico di “legno” mai invasivo. L’eleganza di questo prodotto lo rende perfetto in abbinamento ai piatti della cucina piemontese, ma, a mio avviso, è anche perfetto se assaporato da se, per carpire ogni sentore del suo ricco bouquet.
Il packaging, unico, è costituito da una bottiglia con una forma peculiare, utilizzata già a fine ‘700 dai pionieri del Barolo.
Questa descrizione sicuramente non rende merito a questo grande vino, ma sicuramente, questo grande vino rende merito alla cena organizzata.
In conclusione, da ogni esperienza, bisogna trarre un insegnamento…. Qual’è in questo caso?
Un tartufo bianco d’Alba e una bottiglia di Barolo sono due indiscutibili eccellenze con una caratteristica in comune… Finiscono sempre troppo in fretta!
Alla prossima!
Giovanni
Ma che blog raffinato! Vivissimi complimenti per la passione e la competenza che traspaiono dai tuoi post.Ti auguro una buona giornata. 🙂
Leggo adesso che siete una coppia affiatatissima, in tavola come nella vita. In tal caso complimenti ad entrambi!
mamma mia !che bel tartofo! Sento il suo delizioso profumo…Complimenti per il tuo blog, buona giornata.
In effetti come rinunciare ai profumi della buona tavola.. nella famiglia di mia nonna (emiliana) il tartufo spesso era protagonista nei suoi piatti… mi hai fatto fare un tuffo nel passato.. 🙂 Clara
Ciao!!!Grazie per la visita al mio blog…ricambio con piacere e scopro un blog molto interessante!!!bravissima!
complimenti un blog interessante mi sono aggiunta se ti va passa mi farebbe piacere
Visto che siamo proprio di zona conosco questi sapori e profumi!
Non capisco nulla di vini e per questo ho deciso di seguirti per capirci qualcosa!Speriamo
Grazie a tutti dei commenti! …Ma siamo solo all'inizio…Spero di trasmettervi qualcosa di utile in merito alla mia passione per il vino!
io son cresciuta a Brachetto, ma son pure nata in un buon anno per il Barolo, che adoro… ^^